Si presentano con la forma di bambine bellissime oppure di fanciulle defunte, con la pelle, gli occhi e i capelli corrosi dall’acqua. Sono per lo più spiriti o ninfe lacustri, anche i marinai di Fiordimare affermano di averle viste spiarli sulle navi dalle onde del mare o appostate sulle scogliere. Nonostante l’aspetto innocuo, possiedono una grande forza fisica e sembrano impossibili da uccidere definitivamente: se lo sventurato viandante che le incontra sulla propria strada tenta di ferirle, le Puledre si sciolgono in acqua e recuperano le loro forme, per attaccare di nuovo.
Appartengono al regno di Mardifiordo e per lungo tempo prima dell’inizio della storia raccontata ne L’Ultima Soglia, sono state le uniche creature dell’Oltretomba a poter andare e venire da Fiordimare e per chi le incontrava, erano fonte di grande disgrazia.
Di solito ammaliano con il loro canto – hanno voci meravigliose, spesso sovrapposte con lo scrosciare dell’acqua – e rapiscono i bambini, quando possono, o i giovani e le fanciulle che trovano da soli sulle rive dei fiumi o dei bacini d’acqua. I marinai sostengono che incontrarne durante il viaggio sia pericoloso tanto che talvolta anche le navi più grandi e meglio equipaggiate trovano la rovina nel naufragio.
Le Puledre prendono spunto dalla figura mitologica – nordica e germanica – delle Ondine. Classificate da Paracelso come elementali dell’elemento Acqua, si racconta nelle leggende che non possono avere un’anima fino a che non sposano un uomo e non gli danno alla luce un figlio. Questa loro caratteristica le ha portate ad essere molto popolari nella letteratura romantica e tragica. Naturalmente le similitudini sono grandi anche con le Sirene della mitologia greca e medievale.